Spazio collettivo

Materiali per una rivoluzione culturale

Pagina 4

 Leggere, guardare, ascoltare… 

Tra i fondatori del Pcd’I nel 1921, carcerato dal fascismo, nel Pci del dopoguerra fu messo ai margini per le sue posizioni spesso controcorrente. Togliatti lo volle presidente dell’Assemblea Costituente.

Pertini disse di lui: “Dovessi descrivere la sua vita traccerei una linea retta”.

Dal giornale «Il Fatto Quotidiano»

Claudio Rabaglino

(Roma, Donzelli Editore, 2024)

recensione di Gad Lerner

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Dal sito di «Articolo Uno»

David Tozzo

(Roma, Edizioni Efesto, 2020)

recensione di Alessandro Sitta

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 Lotte e movimenti 

Pisa e Firenze – 23 febbraio 2024

La repressione poliziesca delle manifestazioni degli studenti a favore della Palestina è un brutto segnale per il nostro Paese. Si vuole creare un clima di tensione in cui la destra già al governo abbia gioco facile nel far passare provvedimenti e leggi costituzionali che mirano a restringere gli spazi di democrazia e di espressione del dissenso.

Dal giornale «il Fatto Quotidiano»

di Tomaso Montanari

Repressione del dissenso: difficile pensare solo a errori di gestione delle piazze

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Noi a scuola facciamo così…

dai docenti del Liceo Classico Statale “Vittorio Emanuele II” di Palermo

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Noi a scuola facciamo così:

Noi a scuola insegniamo l’educazione civica.

Noi a scuola insegniamo il rispetto delle leggi.

Noi a scuola insegniamo i valori della Costituzione Repubblicana.

Noi a scuola insegniamo il rispetto dell’altro.

Noi a scuola insegniamo la libertà di espressione.

Noi a scuola insegniamo il valore dell’argomentazione a sostegno della propria opinione.

Noi a scuola insegniamo il valore della parola contro l’esercizio della forza fisica.

Noi a scuola insegniamo il valore della parola non ostile.

Noi a scuola insegniamo la storia greca e la storia romana.

Noi a scuola insegniamo che in Grecia e a Roma esistevano spazi pubblici come l’agorà e il foro a cui nessuno poteva sognarsi di interdire l’accesso a nessuno, e che nessun cittadino poteva usare violenza fisica contro un altro cittadino, e che quando questo accadeva (perché è anche accaduto) sono stati i periodi più bui della storia della Grecia e di Roma: si chiamava guerra civile.

Noi a scuola insegniamo la storia delle rivoluzioni.

Noi a scuola insegniamo la storia della democrazia.

Noi a scuola insegniamo la storia delle lotte per i diritti.

Noi a scuola insegniamo la dichiarazione dei diritti dell’uomo.

Noi a scuola insegniamo l’habeas corpus.

Noi a scuola insegniamo che la legge non può prevaricare sulla dignità della persona e non può mettere in pericolo l’incolumità fisica dell’individuo.

Noi a scuola insegniamo che l’odio è una cosa brutta.

Noi a scuola insegniamo che la violenza è una cosa brutta.

Noi a scuola insegniamo la lotta alla violenza in tutte le sue forme: bullismo e cyberbullismo, femminicidio, mafia, guerra.

Noi a scuola insegniamo la cittadinanza.

Noi a scuola insegniamo che la cittadinanza è partecipazione.

Noi a scuola insegniamo la legalità.

Noi a scuola insegniamo la pace.

Noi a scuola insegniamo il valore della diplomazia per risolvere i conflitti internazionali.

Noi a scuola insegniamo il valore della nonviolenza e del dialogo per risolvere tutti i conflitti.


Le ragazze e i ragazzi di Pisa e di Firenze hanno dimostrato di aver imparato quello che da decenni di storia repubblicana noi gli insegniamo a scuola. E ieri ci hanno restituito la lezione.

Le ragazze e i ragazzi di Pisa e di Firenze per questo ieri sono stati caricati, umiliati, terrorizzati, picchiati a sangue.

Forse è questo che si intende per educazione ai sentimenti e all’affettività?

Diteci dove abbiamo sbagliato.


Firmato da docenti di scuola e università, da cittadine e cittadini

Liceo Classico Statale Vittorio Emanuele II di Palermo:

Caterina Ferro

Gabriele Giuffrè

Roberta Pizzullo

Marta Clemente

Claudia Vassallo

Renata Racalbuto

Anna Maria Farina

Giovanni Di Benedetto

Marina Buttari

Francesca Notaro

Carolina Miceli

Giovanna Marrone

Silvana Lo Brutto

Francesco Machì

Nunzia M. Teresa Montesanto

Anna Spica Russotto

Valentina Ciulla

Salvatore La Mendola

Tiziana Nicolosi

Rosaria Di Fiore

Antonella Uttuso

Angela Drago

Francesca Milazzo

Chiara Insinga

Tiziana Gurreri

Lorenzo Palumbo

Giovanna Somma

Roberto Crinò

Fortunata Salomone

Liliana Lo Giudice

Ivana Carbone

Maria Stella Tripisciano

Rosa Bivona

Antonella Sorci

Eleonora Militello

Cinzia Casamento

Francesca Lo Faso

Piero Favuzza

Roberto Lopes 


Docenti di altre scuole di Palermo:

Liceo Scientifico Benedetto Croce di Palermo:

Dario Librizzi

IIS D’Alessandro di Bagheria:

Valentina Mangiaforte

Liceo Classico Garibaldi di Palermo:

Neva Galioto

Carmen Bonanno

Emanuele Lanzetta

Liceo Classico Meli di Palermo:

Ausilia Andaloro

Carmen Rotolo

Daniela Sortino

Finella Giordano

Anna Bellomo

Maria Roberta Marchese 

Liceo Classico Umberto I di Palermo:

Ada Magno

Alessandro Armata

Fabio D’Agati

I.C. Capuana:

Mariangela Bologna

Gabriella Spennacchio

I.C.S. Sperone Pertini:

Nino Termotto

Istituto Duca degli Abruzzi - Libero Grassi:

Pietro Giammellaro

Leonardo Saguto

Istituto Finocchiaro Aprile di Palermo:

Gabriele Barbera

Linda Miriam Fontana 

Liceo Scientifico Einstein di Palermo:

Valeria D’Anna

Filippo Giuffrida

Domenico Basile  

Marina Patti

Liceo Regina Margherita di Palermo:

Simona Cossentino

Liceo artistico Ragusa-Kiyohara di Palermo:

Luciano Carone

ITI Alessandro Volta di Palermo:

Giuseppe Messineo

Scuola media Cesareo di Palermo:

Adria Tomasino

Angela Varisano

Valentina Gennaro

Federica Di Liberto

Anna Sorci

Rossana Maragioglio

Gilda Terranova

Chiara La Cecla

Gilda Arcuri

Giorgia La Placa

Dario Ferrigno

Rosa Maria Barreca

Katia Orlando

Irene Minutella

Daniela Scibilia

Alessandra Siragusa

Annalisa Guarneri

Anna Maria Balistreri

Daniela Valenziano

Tania Amato

Alessia Di M

Domenico Conoscenti

Adriana Arcuri

Silvia Governanti

Valentina Chinnici

Stefania Giambalvo

Giuseppina Altamore

Francesca Levito

Paola Macaluso

Brigida Cucchiara

Lorenzo Canale

Sara Brunno

Margherita Di Mariano

Adriana Saieva

Carmen Cera

Emiliana Montera

Marina Sajeva

Elena La Rocca

Giovanna Scarani

Valeria Balsano

Lia Valenza

Ferdinando Siringo

Lidia Mulè

Federica Anzalone

Elisa Orlando

Sabrina Ferro

Cetti Cinà

Sabrina Gullo

Marilena Vitrano

Dora Cinà

Angelo Spataro

Giovanna Di Vita

Anna Ferrara

Università degli Studi di Palermo

Paola Sconzo

Carolina Di Patti

Marina Castiglione

Elena Mignosi

Aurelio Burgio

Emilia Valenza

Adele Ferro

Maria Pia Lombardino

Teresa Calabrese

Laura Nocilla

Angela Mannino

Marisa Cottone

Francesca Albergamo

Giuseppe Castellese

Patrizia Lo Presti

Francesco Seminara

Alessandra Sternheim

Valeria Cuffaro

Filippo Cerniglia

Maria Concetta Stassi

Vera Vaccaro

Silvana Sardina

Roberto Zampardi

 Lotte e movimenti 

Economia e società

di Enrico Mungai

«Il saggio del prof. Luciano Gallino, ad una lettura poco attenta, può sembrare semplicemente un trattato sull’attuale crisi economica e le sue motivazioni d’esistenza; in realtà si tratta di una critica spietata alla nostra società. Una società in cui l’avere conta più dell’essere ; una società in cui a scuola, per prima cosa, s’impara ad essere concorrente del proprio compagno di banco invece di crescere nella gioia di scoprire; una società dove tutta l’economia si fonda sul profitto, privando l’essere umano della sua dignità; una società dove il progresso deve essere solo crescita; una società dove l’economia ci spinge a lavorare a ritmi spaventosi per produrre cose per lo più inutili, che poi altre persone, sempre lavorando a ritmi spaventosi, dovranno comprare. Tutto questo solo per arricchire pochi, senza dare alcuna felicità a troppi e per di più impoverendo, materialmente ed umanamente, tantissimi altri. Schiavi del consumo, repellenti all’accrescimento culturale e delle coscienze. Un imbarbarimento ideale più che ideologico; infatti d’ideologia, nella nostra società-mondo, ce n’è anche troppa e quella dominante che ci sta schiavizzando, illudendoci di maggiori libertà, è proprio quella neoliberista».

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 Lotte e movimenti 

La strage di operai a Firenze

di Dario Salvetti*

«Si investe consapevolmente sullo spezzettamento del lavoro. Questo non solo garantisce salari più bassi oggi, ma li garantisce domani e dopodomani. Non solo garantisce di comprimere il numero di assunzioni, ma spezza alla base il concetto stesso di contratto a tempo indeterminato, giacché di fatto ogni rinnovo di appalto è potenzialmente una perdita di lavoro».

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Una manifestazione antifascista a Berlino.

Fonte della foto: https://www.linkiesta.it/2024/01/afd-nazisti-germania-piazza-protesta/

 Occhio alle destre! 

Dalla rivista online «Machina»

di Alberto Burgio

In due articoli per la rivista online «Machina» («Saluto al Duce!» e La resa dei conti) lo storico della filosofia Alberto Burgio riflette sulla crescita attuale delle tendenze neofasciste in Europa: «Sono convinto che oggi in Italia e in larga parte dell’Europa sia in atto un processo di neo-fascistizzazione delle liberaldemocrazie, e che in questo processo giunga a compimento una fase (ultra quarantennale) di reazione organica alle conquiste che il movimento operaio e i movimenti anticoloniali avevano ottenuto sino alla metà degli anni Settanta. L’avanzata di Alternative für Deutschland in Germania e le riforme che sta portando avanti il governo Meloni sono, in tal senso, paradigmatiche».

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 Lettere – Arti 

Materiali su un intellettuale a tutto tondo

Perché ci spiazza Aleksandr Herzen? Perché in genere qui in Occidente non ci aspettiamo un intellettuale russo degno di essere preso in seria considerazione. Un pregiudizio condiviso in parte anche da Marx, che lo considerava uno slavofilo solo perché rifiutava il percorso borghese intrapreso dalle società europee del tempo, salvo poi rivalutarlo in vecchiaia riconsiderando in chiave aggiornata lo sviluppo delle comunità collettivistiche contadine tradizionali della Russia profonda.

Aleksandr Herzen (Aleksandr Ivanovič Gerzen, Mosca, 1812 – Parigi, 1870) non è molto conosciuto da noi, come del resto accade a molte cose russe e slave in questa parte d’Europa che si considera – sempre più a torto – centro culturale e morale del mondo.

Cerchiamo, nel nostro piccolo, di rilanciarne alcuni spunti tratti da due articoli pubblicati a grande distanza di tempo l’uno dall’altro.

Era il 1962 quando Piergiorgio Bellocchio, animatore della sorprendente rivista culturale «Quaderni piacentini» (sorprendente soprattutto perché riuscì dalla provincia ad avere respiro e rilievo nazionale e internazionale), annunciò l’uscita per Feltrinelli della prima parte dell’opera principale di Aleksandr Herzen, Il passato e i pensieri. E propose al lettore un profilo del grande pensatore rivoluzionario russo esiliato dallo zar.

È invece di recente uscita in Italia la prima traduzione di un romanzo giovanile di Herzen finora qui inedito: Di chi è la colpa?; ne parla Alessandro Piperno su un numero de «La Lettura» di novembre 2023.

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Da «Quaderni piacentini» – 1962

di Piergiorgio Bellocchio

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Da «La Lettura» – 2023

(Milano, Mondadori, 2023)

recensione di Alessandro Piperno

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Pagine di letteratura

di Aleksandr Herzen

Nelle pagine che presentiamo, che compongono il capitolo iniziale dell’autobiografia Il passato e i pensieri, Aleksandr Herzen dà un primo assaggio delle differenze che lui nota tra la cultura occidentale, succube della meschinità borghese, e quella progressista russa. Egli si sofferma però principalmente sul ricordo degli anni compresi tra la giovinezza e la maturità, sugli amici e i compagni di studi e di attività rivoluzionaria, sul carattere dei loro ritrovi goderecci e al tempo stesso intensamente proficui per la loro formazione culturale e politica.

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 Occhio alle destre! 

Dal quotidiano «il manifesto»

di Davide Conti


Breve anticipazione del volume di Davide Conti Fascisti contro la democrazia. Almirante e Rauti alle radici della destra italiana 1946-1976, pubblicato da Einaudi nella collana «Passaggi».

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 Lettere – Arti 

Dal sito «naufraghi.ch»

di Paolo Di Stefano

La scrittura furiosa e dissonante di un grande autore del Novecento, ad un secolo dalla nascita.

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Soldati italiani fucilano dei partigiani sloveni, villaggio di Dane, 31 luglio 1942. Questa foto viene spesso usata, anche da autorevoli giornali, con una didascalia errata, che indica vittime italiane e carnefici jugoslavi.

Fonte della foto: https://www.malorarivista.it/2021/02/07/le-foibe-spiegate-bene-intervista-a-eric-gobetti/

 Storia – Storie 

Dal sito «malorarivista.it»

Eric Gobetti intervistato da Oreste Veronesi

Con il saggio E allora le foibe?, pubblicato nel gennaio 2021 da Laterza, lo storico Eric Gobetti ripercorre la storia dell’Alto Adriatico alla fine della seconda guerra mondiale sfatando narrazioni tossiche e ricostruendo con sintesi e linguaggio accessibile le più complesse vicende che hanno caratterizzato il confine orientale.

«Decine di migliaia», poi «centinaia di migliaia», fino a «oltre un milione»: a leggere gli articoli dei giornali e a sentire le dichiarazioni dei politici sul numero delle vittime delle foibe, è difficile comprendere le reali dimensioni del fenomeno. Anzi, negli anni, tutta la vicenda dell'esodo italiano dall'Istria e dalla Dalmazia è diventata oggetto di polemiche sempre più forti e violente.

Questo “Fact Checking” non propone un’altra verità storica precostituita, non vuole negare o sminuire una tragedia. Vuole riportare la vicenda storica al suo dato di realtà, prova a fissare la dinamica degli eventi e le sue conseguenze. Con l’intento di evidenziare errori, mistificazioni e imbrogli retorici che rischiano di costituire una “versione ufficiale” molto lontana dalla realtà dei fatti. È un invito al dubbio, al confronto con le fonti, nella speranza che questo serva a comprendere quanto è accaduto in quegli anni terribili.

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Franco Fortini (1917-1994).

Fonte della foto: https://fortini.unil.ch/

 Lettere – Arti 

Franco Fortini: «Chi ha compagni non morirà»


Presentiamo L’internazionale di Franco Fortini, nella versione che il poeta rielaborò nel 1994, poco prima di morire.

Noi siamo gli ultimi del mondo.
Ma questo mondo non ci avrà.
Noi lo distruggeremo a fondo.
Spezzeremo la società.
Nelle fabbriche il capitale
come macchine ci usò.
Nelle scuole la morale
di chi comanda ci insegnò…

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L’internazionale


Noi siamo gli ultimi del mondo.
Ma questo mondo non ci avrà.
Noi lo distruggeremo a fondo.
Spezzeremo la società.
Nelle fabbriche il capitale
come macchine ci usò.
Nelle scuole la morale
di chi comanda ci insegnò.

Questo pugno che sale
questo canto che va
è l’Internazionale
un’altra umanità.
Questa lotta che uguale
l’uomo all’uomo farà,
è l’Internazionale.
Fu vinta e vincerà.

Noi siamo gli ultimi di un tempo
che nel suo male sparirà.
Qui l’avvenire è già presente
chi ha compagni non morirà.
Al profitto e al suo volere
tutto l’uomo si tradì,
ma la Comune avrà il potere.
Dov’era il no faremo il sì.

Questo pugno che sale
questo canto che va
è l’Internazionale
un’altra umanità.
Questa lotta che uguale
l’uomo all’uomo farà,
è l’Internazionale.
Fu vinta e vincerà.

E tra di noi divideremo
lavoro, amore, libertà.
E insieme ci riprenderemo
la parola e la verità.
Guarda in viso, tienili a memoria
chi ci uccise, chi mentì.
Compagno, porta la tua storia
alla certezza che ci unì.

Questo pugno che sale
questo canto che va
è l’Internazionale
un’altra umanità.
Questa lotta che uguale
l’uomo all’uomo farà,
è l’Internazionale.
Fu vinta e vincerà.

Noi non vogliam sperare niente.
il nostro sogno è la realtà.
Da continente a continente
questa terra ci basterà.
Classi e secoli ci han straziato
fra chi sfruttava e chi servì:
compagno, esci dal passato
verso il compagno che ne uscì.

Questo pugno che sale
questo canto che va
è l’Internazionale
un’altra umanità.
Questa lotta che uguale
l’uomo all’uomo farà,
è l’Internazionale.
Fu vinta e vincerà.

Franco Fortini

«Libertà, indipendenza! Abbasso il colonialismo!»

Fonte della foto: https://www.facebook.com/RussianEmbassyOssetia/photos/a.471686742974112/1564817003661075/?type=3

 Pietre miliari 

Dalla rivista «Sinistra Sindacale»

di Gianni Fresu

«La Rivoluzione russa ha rappresentato un punto di non ritorno nella storia mondiale, in primo luogo, per il suo contenuto e impegno anticoloniale, ed esattamente su questo snodo si colloca il discrimine tra il marxismo “orientale” e marxismo “occidentale” successivo a Marx».

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 Leggere, guardare, ascoltare… 

Stefano Gallerini

(Firenze, Carlo Zella Editore, 2014)

Per gentile concessione dell’autore, riportiamo l’Introduzione a questa approfondita ricerca sull’antifascismo popolare nel quartiere fiorentino d’Oltrarno.

Il rigoroso lavoro d’indagine di Gallerini non si limita al Ventennio fascista e alla fine ingloriosa del Regime visti attraverso il microcosmo di un quartiere popolare, ma risale alle radici storiche di quel periodo per contestualizzarlo, iniziando da uno studio del tessuto sociale ed economico dell’Oltrarno a partire dall’Unità d’Italia, fornendo analisi basate su dati statistici e urbanistici, sui censimenti, sull’esame delle condizioni di vita e di lavoro degli abitanti.

Un’importante sezione del volume è poi dedicata allo studio del fascismo e dell’antifascismo nel quartiere durante tutto il Ventennio, un periodo in cui il fermento popolare trovava espressione in episodi di lotta attiva e di resistenza passiva a determinate imposizioni, di disubbidienza e di renitenza alla leva.

Chiude il libro il capitolo che prende in esame le vicende che hanno segnato l’Oltrarno durante la guerra fino alla Resistenza e alla Liberazione di Firenze nel 1944, un movimento di popolo cui la gente del quartiere ha dato un contributo fondamentale ed eroico.

L.C.

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 Leggere, guardare, ascoltare… 

Dal sito “Canzoni contro la guerra” antiwarsongs.org

Dopo Stalingrado tutto cambiò. Il 2 febbraio 1943 i sovietici misero fine all’assedio della città sul Volga da parte delle truppe dell’Asse con la resa dell’ultimo soldato tedesco. Fu il momento della svolta nell’andamento della Seconda guerra mondiale: da Stalingrado i sovietici iniziarono il cammino che li avrebbe portati vittoriosi due anni dopo fino al cuore del Reich, a Berlino.

La battaglia di Stalingrado costò alle due parti un milione e mezzo tra morti e dispersi (vedi l’articolo nella sezione “Storia – Storie”: 2 febbraio 1943: Stalingrado, la svolta).
Il gruppo musicale Stormy Six compose nel 1975 la canzone Stalingrado nell’ambito dell’album Un biglietto del tram, un classico esempio di musica impegnata e militante. Erano gli anni della contestazione giovanile e studentesca, dei mille gruppi di sinistra extraparlamentare, dell’ondata politica che premiò il PCI alle elezioni. Insomma, il clima giusto per accogliere canzoni di protesta, militanti, politiche, e il brano Stalingrado ne è senza dubbio un brillante esempio.

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Gli Stormy Six nel 1974.

Fonte della foto: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/1/19/Stormy1974.jpg

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Dal sito «stonemusic.it»

di Claudia Marzetti

La carriera del gruppo milanese degli Stormy Six raccontata in dieci canzoni.

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 Sovversive 

Dal «Corriere della sera»

Intervista a cura di Elisabetta Andreis


La storica attivista: «Io in piazza a quasi 95 anni. Volevo essere in mezzo ai giovani ad impedire le strumentalizzazioni e la violenza. Ho fatto anche una carezza sul viso a un militare che poteva essere mio figlio. Quel carabiniere? Mancanza di coscienza, mi sono cascate le braccia»

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Chi è Franca Caffa >>>

 Vento dell’Est 

URSS – Metà anni ’70

🔴 di Leandro Casini 🔴

A metà degli anni Settanta alcuni scrittori e cineasti sovietici portarono all’attenzione dell’opinione pubblica ciò che non andava nella scuola sovietica: rigidità nei rapporti insegnanti-alunni, un insegnamento basato su assiomi indiscutibili, proclamazione di principi senza rapporto con la realtà, un’offerta didattica limitata ai programmi ministeriali senza incentivo agli stimoli e alle riflessioni individuali.

Sembravano ormai maturi i tempi per una discussione generale della società sovietica sui metodi, sul senso, sugli scopi dell’istruzione universale. Gli artisti non fecero altro che dare risonanza a istanze che emergevano dall’interno della scuola, a discussioni e contrapposizioni che animavano i dibattiti tra gli insegnanti e soprattutto tra i giovani.


Presentiamo alcuni brevi brani dal romanzo La notte dopo l’esame di maturità (1974) di Vladimir Tendrjakov, esponente di punta della letteratura del cosiddetto “disgelo”, e il film Diario di un preside (1975, regia di Boris Frumin), scritto dallo sceneggiatore Anatolij Grebnëv.

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 Internazionale 

di Franco Berardi Bifo

«Per proteggere la nostra perfetta democrazia si uccidono sistematicamente i bambini palestinesi. Adesso quei bambini muoiono di fame, di sete, di freddo, di malattia e ovviamente di bombe.

I giovani marciano nelle città di mezzo mondo contro l’occupazione israeliana e la pulizia etnica. Buona parte della comunità ebraica d’Europa e degli Stati Uniti si rivolta contro il genocidio, ma gli ipocriti li accusano di antisemitismo».

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«Gloria al soldato liberatore!»

27 gennaio 1945: i soldati dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento di Auschwitz.

 Storia – Storie 

Dal quotidiano «il manifesto»

di Tommaso Di Francesco

Il 19 gennaio 1969 moriva a Praga il giovane che tre giorni prima si era trasformato in torcia umana lanciando l’appello «Ricordatevi dell’agosto», quello del 1968 che aveva visto l’invasione dei carri armati del Patto di Varsavia che applicavano la teoria della «sovranità limitata» dell’Urss di Leonid Brežnev contro il tentativo riformatore della Primavera di Praga promosso dai comunisti cecoslovacchi guidati da Alexander Dubček.

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 Pietre miliari 

Dal sito del periodico «Left»

Maurizio Brotini recensisce il volume

Lenin, il rivoluzionario assoluto
(1870-1924)

di Guido Carpi

(Roma, Carocci Editore, 2023)

Il 21 gennaio di cento anni fa moriva il rivoluzionario russo. In un nuovo libro Guido Carpi ne rilegge la figura e il pensiero, mettendone in luce i tratti originali, fuori dalla vulgata che lo ha liquidato come “anticipatore di Stalin”.

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 Sport e classe 

La “partita del secolo”

Il 25 novembre 1953, per la prima volta nella storia del calcio, l’Inghilterra viene battuta in casa. A compiere l’impresa è la squadra nazionale ungherese condotta dal grande capitano Puskás, con un risultato di 6 a 3 che sciocca gli inglesi. Un duro colpo, cui ne seguì un altro. Infatti, l’anno successivo i magiari concessero la rivincita ricevendo l’Inghilterra a Budapest: il 23 maggio 1954 l’Ungheria sancì la propria superiorità imponendosi sugli avversari con un umiliante 7-1.

Nel primo dei due articoli che presentiamo, tratto da «Alias», inserto settimanale de «il manifesto», Paolo Bruschi ricostruisce la fase d’oro della Nazionale magiara.

Il secondo articolo risale invece a due giorni dopo la “battaglia” di Wembley: il cronista sportivo de «l’Unità», organo del PCI, nel suo commento esalta le qualità degli sportivi dilettanti ungheresi che hanno dato una lezione di sport e di vita ai professionisti del football inglese.


Paolo Bruschi - La partita del secolo (da «Alias» del 25 novembre 2023)

Martin - Mai vista una squadra più bella! (da «l’Unità» del 27 novembre 1953)

25 novembre 1953: il capitano dell’Inghilterra Billy Wright (a sinistra) e Alf Ramsey osservano ansiosi il portiere Gil Merrick mentre fronteggia un attacco ungherese durante la partita in cui l’Inghilterra fu battuta per 6 a 3.

Autore della foto: Dennis Oulds/Hulton Archive/Getty Images.

Fonte della foto: https://ilmanifesto.it/cdn-cgi/image/width=1200,format=auto,quality=85/https://static.ilmanifesto.it/2023/11/25pg10af01-2.jpg

 Le vie della rifondazione 

Dalla rivista «Essere comunisti»

di Alessandro Valentini

Come si arrivò alla nascita di Rifondazione Comunista? Chi furono i protagonisti? Chi aveva preparato il terreno per la ricostituzione di un partito comunista in Italia dopo la “svolta” annunciata da Achille Occhetto in seguito alla caduta del Muro di Berlino? Come si compose e si scompose il “fronte del no” allo scioglimento del PCI negli ultimi due congressi?

Alessandro Valentini, considerato a quel tempo braccio destro di Armando Cossutta, partecipò alle riunioni e alle vicende di cui offre testimonianza in questo articolo scritto nel 2011, a vent’anni dalla nascita del Movimento e poi Partito della Rifondazione Comunista.

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Militanti dell’Ezln.

Autrice della foto: Mariana Osornio.

Fonte della foto: https://www.dinamopress.it/news/il-chiapas-sullorlo-della-guerra-civile-comunicato-dellezln/

 Internazionale 

Dal settimanale «La Lettura»

di Massimo De Giuseppe

Messico, 1° gennaio 1994. L’insurrezione del Chiapas scosse l’immaginario del mondo usando le tradizioni indigene e gli strumenti mediatici. Ora il leader ha abdicato: è una stagione esaurita?

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Dal quotidiano «il manifesto» un consiglio di lettura

di Luca Kocci

Il romanzo storico di Mario Balsamo I pirati della Selva. L’epopea del subcomandante Marcos e della rivoluzione zapatista in Messico (Roma, Red Star Press, 2023).

 Internazionale 

di Nicolas Dot-Pouillard*

La difficile situazione delle sinistre dei Paesi arabi nella fase di massima egemonia delle tendenze islamiste.

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Francesco Del Casino, Gramsci insorge con la GKN (2023).

Fonte della foto: pagina Facebook Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori GKN Firenze

 Lotte e movimenti   Dazibao 

Opera (2023) del maestro senese Francesco Del Casino donata ai lavoratori in lotta in occasione della sentenza del Tribunale di Firenze che considera illegittimo il licenziamento collettivo dei 185 dipendenti GKN di Campi Bisenzio (Firenze).

Francesco Del Casino è nato a Siena, dove si è diplomato maestro d’arte al locale Istituto d’Arte. Tra il 1965 e il 1985 ha insegnato Educazione artistica alla Scuola media di Orgosolo (Nuoro), e insieme agli studenti ha affrescato con murales i muri delle abitazioni del paese ispirandosi alla storia, all’opera e alla lotta del dirigente comunista sardo Antonio Gramsci, vittima della repressione fascista. Tornato a Siena, continua la sua carriera artistica come pittore di murales, scultore, ceramista e illustratore.

Il collettivo di fabbrica GKN continua la sua lotta per un futuro di reindustrializzazione e di dignità umana e civile, una lotta aperta ed estesa a tutte le realtà che cercano la strada dell’emancipazione dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

 Internazionale 

Dal sito di Yanis Varoufakis

di Yanis Varoufakis

Le minacce commerciali dell’Unione Europea alla Cina sono ridicole; l’assoggettamento della politica europea agli interessi economici e geopolitici degli Stati Uniti è un triste sintomo della pochezza dei vertici politici dell’UE.

L'ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis svela il bluff che i leader europei hanno giocato con la Cina nell’incontro con il presidente Xi Jinping: lamentandosi per gli squilibri di ordine commerciale e minacciando chiusure alle importazioni dalla Cina. Ma il problema è l’Europa, più che la Cina.

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Lorenzo Orsetti (Orso Tekoşer) (1986-2019).

Fonte della foto: https://www.redstarpress.it/lorenzo-orsetti-orso-tekoser/

 Storia – Storie 

Dal sito «redstarpress.it»

Lettera-testamento del combattente Orso

di Lorenzo Orsetti (Orso Tekoşer)

L’antifascista fiorentino Lorenzo Orsetti (Orso) ha trovato la morte in Siria nel 2019 per mano dell’ISIS. A fianco della milizia curda dell’YPG, egli ha combattuto per la libertà di un popolo e per una federazione pacifica fra le varie etnie che compongono la popolazione della Siria.

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Il 30 dicembre 1922 il Primo Congresso dei Soviet di tutta l’Unione proclamò la formazione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, il primo stato socialista al mondo, che univa su base volontaria ed egualitaria le repubbliche sovietiche nate dalla Rivoluzione d’Ottobre del 1917.

 Leggere, guardare, ascoltare… 

Dal settimanale «La Lettura»

Gian Piero Piretto

(Novara, Raffaello Cortina Editore, 2023)

recensione di Massimo Zamboni

Nella sua rassegna di funerali sovietici Gian Piero Piretto accosta le esequie di Lenin e Stalin a quelle di personaggi scomodi per il regime: Majakovskij, Pasternak, Anna Achmatova e il popolarissimo cantautore Vysockij.

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Armando Cossutta (1926-2015) e Guido Cappelloni (1925-2012).

Autrice della foto: Bruna Polimeni.

Fonte della foto: https://immaginidelnovecento.fondazionegramsci.org/photo/detail/IT-GRAMSCI-FT0001-0042421/armando-cossutta-e-guido-cappelloni

 Le vie della rifondazione 

Polemiche sulla storia del PRC

di Guido Cappelloni

Guido Cappelloni fu a lungo animatore e organizzatore della “corrente” cossuttiana all’interno del PCI, fu fiero oppositore della deriva liberaldemocratica del partito che portò alla svolta occhettiana della Bolognina, sfociata infine nella scissione tra Partito Democratico della Sinistra e Rifondazione Comunista.

Lo scritto che presentiamo rappresenta la Prefazione al volume di Alessandro Valentini La vecchia talpa e l’araba fenice (Napoli, La Città del Sole, 2000), che ricostruisce la storia della fondazione del PRC contestando un tentativo dei fratelli Oliviero e Alessio Diliberto (La fenice rossa, Roma, Robin Edizioni, 1998) di presentare il gruppo “cossuttiano” come un monolite e Armando Cossutta come portatore di un disegno strategico lineare che va dallo “strappo” di Enrico Berlinguer alla fondazione del PRC.

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 Le vie della rifondazione 

Dal sito «umbrialeft.it»

di Leonardo Caponi

Guido Cappelloni (1926-2012), dirigente comunista nelle Marche, fu deputato del PCI dal 1976 al 1983, fu membro del Comitato centrale del partito e ricoprì vari incarichi a Botteghe Oscure, tra cui quello di tesoriere. Al XVI Congresso del PCI presentò insieme ad Armando Cossutta degli emendamenti in contrasto con il cosiddetto “strappo” operato da Enrico Berlinguer nei confronti della spinta ideale derivante dalla rivoluzione sovietica dell'ottobre 1917.

Nel 1991 fu tra i principali esponenti del PCI a dar vita al Movimento e poi al Partito della Rifondazione Comunista, di cui fu per diversi anni tesoriere.

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 Leggere, guardare, ascoltare… 

Segnalazioni librarie

Nando Simeone

(Roma, Edizioni Karl&Rosa, 2023)

Nel cuore di un’Europa sconvolta da eventi epocali, questo libro scava profondamente nella storia, esaminando una parte meno conosciuta ma fondamentale del passato italiano ed europeo.

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André Breton (1896-1966) e Louis Aragon (1897-1982).

Fonte della foto: https://www.abretelibro.com/foro/viewtopic.php?f=28&t=124037

 Compagni di strada 

Dalla rivista «L’Histoire»

Avanguardie francesi

di Pascal Balmand*

Nel 1927 i surrealisti, André Breton in testa, aderirono in blocco al Partito Comunista Francese. Nel 1933 furono tutti esclusi, tranne Louis Aragon. Tra queste due date, un susseguirsi di incomprensioni, delusioni e dietrofront. Il surrealismo era quindi incompatibile con l’impegno politico?

I giovani scrittori ribelli della “generazione del fuoco” rifiutarono di abdicare al loro status di intellettuali e di diventare semplici agenti di propaganda del sistema burocratico di stampo stalinista.

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 Compagni di strada 

Documenti

di André Breton, Diego Rivera (e Lev Trockij)

Consumatasi la rottura con il Partito Comunista Francese e con Louis Aragon, contro lo stalinismo che cercava di imporsi sulle tendenze artistiche dei militanti del partito, nel 1938 André Breton conobbe in Messico il leader rivoluzionario sovietico in esilio Lev Trockij. Insieme a questo e al pittore rivoluzionario messicano Diego Rivera, il fondatore del movimento surrealista stilò un Manifesto per un’arte rivoluzionaria che mantenesse per principio un carattere d’indipendenza individuale.

Si noterà nel Manifesto il duro attacco all’Unione Sovietica di Iosif Stalin, accusato di rappresentare il più pericoloso nemico del comunismo.

I risvolti pratici conseguenti al lancio del Manifesto non furono esaltanti. In Francia si dette vita a una rivista, «Clé», che però non andò oltre il secondo numero.

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Diego Rivera (1886-1957), Lev Trockij (1879-1940) e André Breton (1896-1966) in Messico nel 1938.

Fonte della foto: https://www.rivistascomposizioni.eu/arte-e-politica-manifesto-per-unarte-rivoluzionaria-indipendente/

Hasan Atiya Al Nassar (1954-2017).

Autore della foto: Derno Ricci (2001).

Fonte della foto: http://www.lamacchinasognante.com/wp-content/uploads/2019/09/Foto-Hasan.jpg

 Lettere – Arti 

Poesia araba dell’esilio

A quel tempo Hasan era sempre con noi, a Lettere, in piazza Brunelleschi: faceva parte del collettivo Studenti di sinistra, era stato anche eletto come rappresentante studentesco nel consiglio di Facoltà. Lo vedevi entrare nel chiostro sempre con il suo zaino in spalla, uno zaino pieno di libri e fotocopie, riviste e giornali, un vaso di Pandora da cui tirava fuori ogni giorno qualcosa di nuovo e di inedito, versi che rievocavano terre lontane, mesopotamiche, dolori remoti e futuri, composti di guerre e distruzioni, un fratello assassinato dal regime di Saddam Hussein e l’esilio forzato in questa Firenze che lo aveva accolto come un figlio, da padre Ernesto Balducci a tutti noi che gli volevamo bene. E lui dispensava sorrisi, intrisi di tristezza, certo, ma sorrisi veri. Poi è andata come è andata, ora non c’è più, scomparso qualche Natale fa, ma c’è ancora, per noi tanti che gli vogliamo bene.

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Rovina


Rovina al Nord

Rovina al Sud:

è la Morte che entra

segretamente

nelle vesti del desiderio,

è l’ombra che cresce

ribelle…


Il regno dei morti

si muove verso una valle

luminosa,

così la Rivolta

si affratella alla Virtù

e la povertà al bastone.


Adesso è arrivata

la quiete

ad uccidere il sogno

dei giorni affamati;

era l’ultimo

battito che gridava

nel sangue


(Voglio una Patria, voglio

un albero sotto al quale

possano distendersi gli

uomini randagi).


Hasan Atiya Al Nassar


(Tratto da: Hasan Atiya Al Nassar, Roghi sull’acqua babilonese, Firenze, Edizioni DEA, 2003, p. 20).


Inserito il 25/12/2023.

 Sovversive 

di Raffaella Sutter

Dolores Ibárruri Gómez, detta “La Pasionaria”, fu una donna politica, attivista e antifascista spagnola, già segretaria generale e poi presidente del PC spagnolo, e membro del parlamento spagnolo prima della dittatura franchista e dopo il ritorno della Spagna alla democrazia (1977–1979). Cittadina sovietica e spagnola.

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 Sovversive 

Pagine di letteratura

di Antonio Tabucchi

«Crescerai con la giusta rabbia che hanno i poveri quando non sono rassegnati; parlerai a coloro che i potenti considerano strame e insegnerai loro a non diventare come era tua madre. Accenderai in loro la speranza, ed essi ti seguiranno, perché i poveri come vivrebbero senza speranza?».

Nelle pagine che presentiamo, tratte dalla raccolta di racconti e frammenti I volatili del Beato Angelico, Antonio Tabucchi immagina una lettera che la veggente Mademoiselle Lenormand, cartomante di Napoleone, invia alla rivoluzionaria spagnola, predicendole una vita eroica e drammatica.

Ringraziamo l’amica Francesca per la segnalazione.

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Lajka, prima cosmonauta sovietica.

Fonte della foto: https://rg.ru/2021/11/03/pervym-kosmonavtom-stala-lajka.html

 Storia – Storie 

Dal sito «ricorrenzeoggi.it»

di Sandro Pollini

3 novembre 1957: 66 anni fa l’Unione Sovietica lanciava lo Sputnik-2 con a bordo il primo essere vivente in un viaggio spaziale. Il sacrificio della cagnolina randagia pose una pietra miliare nella storia dei viaggi nel cosmo.

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 Vento dell’Est 

Dal quotidiano «il manifesto»

Cinema georgiano

di Silvana Silvestri

Scompare a 89 anni Otar Ioseliani. In Unione Sovietica fu uno dei più famosi registi, e rappresentava una delle massime espressioni del cinema georgiano. Naturalmente non gli mancarono problemi con la censura, ma la sua richiesta di cittadinanza alla Francia, dove già lavorava, nel 1984 sancì una rottura morbida, senza dichiararsi esule politico, e proprio in quell’anno si vide riconosciuto il titolo onorifico di “Artista del popolo della RSS di Georgia”. […] Segue

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 Simboli e linguaggi 

L’architettura ci parla

di Evgenij Kostogorov

Secondo una diffusa leggenda metropolitana, per le Olimpiadi del 1980 si dovevano costruire a Mosca delle “case rotonde”: una serie di cinque edifici circolari delle stesse dimensioni a simboleggiare i cinque anelli olimpici. Ma non si tratta d’altro che di una leggenda, appunto.

In effetti un progetto di villaggio olimpico con edifici ad anelli esisteva, ma per ragioni economiche fu respinto e per le abitazioni da assegnare provvisoriamente agli atleti prevalsero alternative meno costose.

Però due “case rotonde” ci sono davvero, a Mosca, e Google Maps può darcene una prova. […] Segue

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Sergio Garavini, Armando Cossutta, Lucio Libertini.

Fonte della foto: http://www.rifondazione.it/primapagina/wp-content/uploads/2020/08/lucio.jpg

 Le vie della rifondazione 

Dalla rivista «Il lavoratore»

di Sergio Dalmasso

Una breve storia della genesi e dello sviluppo del Partito della Rifondazione Comunista composta dallo storico del movimento operaio Sergio Dalmasso.

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Parte del gruppo dirigente del Movimento della Rifondazione Comunista: Paolo Volponi, Lucio Libertini, Armando Cossutta, Ersilia Salvato, Nichi Vendola, Luciano Pettinari.

Fonte della foto: http://www.rifondazione.it/galleria/picture.php?/1285/tags/9-ersilia_salvato

 Sovversive 

Dal sito «infoaut.org»

di Raffaella Sutter

Olga Benario (1908-1942), ebrea nata a Monaco di Baviera, visse buona parte della sua breve vita di rivoluzionaria comunista in esilio tra Mosca, Londra e il Brasile, sino alla tragica morte nella camera a gas del lager nazista di Bernburg. Raffaella Sutter traccia il profilo biografico di questa – da noi poco conosciuta – martire del comunismo.

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Olga Benario Prestes (1908-1942).

Fonte della foto: https://www.ccisim.it/ricorrenze-di-raffaella-sutter-olga-benario/

 Pietre miliari 

Testi e contesti

In tempi come questi, in cui le destre imperano in Europa e in Italia, i nazionalismi accecano i popoli, la parola “Nazione” domina nei discorsi di Giorgia Meloni, dei ministri reazionari e dei giornalisti assoggettati alla propaganda e alla retorica di Stato, può essere utile a sinistra leggere o rileggere l’articolo di V.I. Lenin Dell’orgoglio nazionale dei grandi-russi (O nacional'noj gordosti velikorossov), pubblicato il 12 dicembre 1914 sul numero 35 del giornale «Social-Demokrat» («Il socialdemocratico»), organo del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (bolscevico). In esso si delineavano le posizioni di principio del programma nazionale bolscevico: completa uguaglianza tra le nazionalità; il diritto delle nazioni all’autodeterminazione; unità dei lavoratori di tutte le nazioni. […] Segue

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Ambrogio Donini (1903-1991) con Palmiro Togliatti, 28 aprile 1950.

Fonte della foto: https://archivi.polodel900.it/scheda/oai:polo900.it:134779_palmiro-togliatti-e-ambrogio-donini-28-aprile-1950

 Le vie della rifondazione 

Dalla rivista «L’Ordine Nuovo»

di Alessandro Valentini

Alessandro Valentini, a lungo considerato braccio destro di Armando Cossutta, ricostruisce le vicende che lo portarono a stretto contatto con una figura importante per la costruzione di un’opposizione interna al PCI di Berlinguer, quella di Ambrogio Donini, storico delle religioni, esponente di spicco di quell’area filosovietica, in parte ispirata dalle posizioni di Pietro Secchia, che si raccolse intorno alla rivista «Interstampa», uno dei nuclei fondamentali attorno a cui si riunì in tutt’Italia un nutrito gruppo di compagni che alla fine del percorso avrebbero dato vita, insieme ad altre componenti, al Partito della Rifondazione Comunista. […] Segue

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